La depressione rappresenta ormai un tema centrale in ambito di salute psicologica. I dati delle ricerche in merito a questo disturbo sono allarmanti e si riscontra un aumento del 20% dei casi in tutto il mondo, negli ultimi 10 anni.
Secondo i dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ne soffrono ben 322 milioni di persone, pari al 4,4 % dell’intera popolazione mondiale. Inoltre, sono le donne quelle più colpite (5,1%) rispetto agli uomini (3,6%).
Cause e trattamenti
La causa della depressione può essere rintracciata in vari fattori (psicologici, sociali, biochimici, ecc.). Questi concorrono, spesso insieme, a formare il quadro generale e lo stato depressivo.
Ad oggi, i trattamenti che hanno ottenuto maggiori risultati per la risoluzione del problema sono di tipo farmacologico e psicoterapeutico. Nonostante la validità terapeutica di questi interventi, dobbiamo sottolineare che, ognuna di queste forme di trattamento, ha un tasso di efficacia che comunque non supera il 65%. Da questo deriva il costante lavoro di ricerca, degli ultimi anni, mirato a potenziare maggiormente l’efficacia di queste metodologie terapeutiche.
Chi soffre di depressione tende a vivere ancorato al passato con una visione negativa del futuro. Spesso si sperimenta una profonda apatia, sensi di colpa e rimorsi dovuti ad esperienze passate e visione del futuro senza speranza e prevalentemente negativa.
Le ricerche
Secondo le ricerche di Ann Marie Roepke e Martin Seligman (British Journal of Clinical Psychology), la causa principale di questo disturbo risiederebbe proprio in una particolare modalità di proiettarsi nel futuro.
Immaginare cosa ci accadrà è un’abilità innata e funzionale dell’essere umano. Questa si fonda su una seria necessità evolutiva che ci ha garantito, nel tempo, la sopravvivenza rendendoci capaci di anticipare eventuali pericoli prima del loro avvento.
Come spesso accade però, questa capacità evolutivamente utile, se non gestita adeguatamente, rischia di andare fuori controllo divenendo disfunzionale. Le patologie conseguenti a questo processo, come nel caso della depressione, possono costituire la base di disturbi emotivi.
Legame tra pessimismo e depressione
Secondo Roepke e Seligman, alla base del disturbo depressivo ci sarebbe quindi una proiezione disfunzionale verso il futuro. All’interno di questa, i contenuti negativi dominano e influiscono su tutta la vita emotiva della persona.
Gli autori identificano tre disfunzioni del meccanismo di previsione del futuro:
- Simulazioni di possibilità future: le persone depresse tendono a visualizzare gli scenari positivi in modo meno vivido e quindi gli attribuiscono meno credibilità. Per questa ragione, tali scenari, non sono in grado di veicolare emozioni buone. Tutto questo deriverebbe da una difficoltà a rievocare emozioni positive del proprio passato, anche se presenti.
- Valutazioni di possibilità future: i depressi tendono a sovrastimare la probabilità che si verifichino scenari futuri negativi. Si utilizzano spiegazioni razionali per motivare la correttezza di questa stima, di fatto, errata. Inoltre le persone depresse si convincono di essere impotenti davanti agli eventi e al futuro e quindi di non aver possibilità e risorse per modificarlo.
- Credenze negative riguardo il futuro: vi sono degli schemi cognitivi stabili che guidano le rappresentazioni del futuro dei depressi. Questi conducono la persona ad adottare uno stile predittivo pessimistico. Chi adotta questo stile di pensiero tenderà a spiegare gli eventi negativi attribuendoli a cause personali, pervasive e permanenti (Esempio: “non sarò mai felice perchè sono nato sbagliato. Sono fatto male e non posso farci niente, sono fatto così!”).
Questi tre aspetti si legano tra di loro dando origine alla depressione, secondo gli autori, e generando un circolo vizioso che alimenta costantemente lo stato depressivo.
Caratteristiche della depressione
- Una caratteristica frequente della depressione è il ritiro progressivo dalle attività sociali e la riduzione delle attività in genere. Questo limita notevolmente la probabilità di fare esperienze positive e anzi aumenta la probabilità di sperimentare solitudine. Questo acuisce l’idea di un futuro triste e negativo.
- La depressione porta spesso ad assumere dei comportamenti che aumentano il conflitto interpersonale e le esperienze stressanti dando a sua volta origine ad esperienze sociali e personali negative.
- Lo stato d’animo caratterizzato da tristezza, classico della depressione, più facilmente porta a rievocare brutti ricordi o pensieri negativi circa il futuro.
A questo punto è lecito domandarsi come mai il soggetto depresso tende ad essere pessimista verso il futuro.
Nell’esperienza clinica è comune riscontrare, nei soggetti colpiti da depressione, una particolare sensibilità alla perdita. Chiudere una relazione oppure dover affrontare un conflitto con una persona cara, attiva nella persona un sentimento di non amabilità e di difettosità personale che spesso è alla base del vissuto depressivo e in grado di far sperimentare sentimenti quali la rabbia, senso di colpa e disperazione.
Le persone depresse devono il loro modo pessimista di vedere le cose alle esperienze passate ed agli schemi che hanno appreso e che li guidano nell’interpretazione della realtà che li circonda.
In conclusione, possiamo dire che focalizzarci sempre sull’aspetto negativo delle cose, tende a farci vedere tutto nero. In verità, stiamo percependo solamente ciò che i nostri schemi pessimisti vogliono farci vedere. La realtà è molto più colorata se non ci facciamo condizionare dal nostro passato o dai ricordi negativi che, in fondo, non sono altro che semplici ricordi.
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