Dopo mesi di relazione o dopo qualche appuntamento, lui o lei improvvisamente scompaiono. Niente più messaggi, chiamate o contatti di alcun genere.
Una situazione, quella sopra descritta, che suona familiare a molti di noi. Infatti, almeno una volta nella vita, siamo stati vittime di questo fenomeno che prende il nome di “ghosting”.
Il fenomeno del Ghosting
Quasi l’80% delle persone ha subito un’esperienza di “ghosting”.
Il “ghost” è quel qualcuno che era entrato nella vostra vita, con il quale pensavate di avere un rapporto, ma che ad un certo punto è sparito nel nulla.
Siamo propensi a pensare che siano più gli uomini a sparire in amore. Questo non è sempre vero. Infatti, una buona percentuale di donne sceglie di dissolversi nel nulla. Nello specifico questo fenomeno consiste nel “mettere fine ad una relazione interrompendo tutti i contatti ed ignorando i tentativi di comunicazione del partner”.
Parliamo di ghosting dunque quando una persona improvvisamente scompare, non rispondendo più alle chiamate, non facendosi più vedere in giro o cancellandosi da tutti i social. Il ghosting interessa tutti i tipi di rapporti, non solo quelli d’amore ma anche le relazioni di amicizia.
Recentemente poi sembra essere diventato una vera e propria moda.
Perché è così frequente soprattutto nelle nuove generazioni?
Sarà colpa dei nuovi mezzi di comunicazione digitale?
Probabilmente sì, anche se questi atteggiamenti esistono da sempre. I social e le piattaforme online sembra abbiano semplicemente ingigantito qualcosa di già molto diffuso. La motivazione probabilmente risiede nel fatto che la comunicazione online rende tutto molto più semplice, anche sparire. Inoltre spesso ci si dimentica che una persona non può essere messa in pausa, spenta oppure rimessa in tasca, come facciamo con il computer e il cellulare.
Identikit del Ghoster
I ghoster mettono in atto sempre lo stesso copione: scappare senza dare spiegazioni, dileguarsi da un momento all’altro senza avvertire o senza dare all’altra persona il tempo di comprendere quale sia il motivo di questa drastica decisione.
Secondo alcuni studi, il ghoster è un rappresentante della cosiddetta “generazione dei Millenials”. Nonostante ciò, questo fenomeno è sempre più diffuso anche tra le persone di età avanzata.
La logica di base dietro questo tipo di comportamento sembra essere il pensiero: “Scompaio così faccio capire in modo indolore all’altro che l’interesse si è esaurito, senza doverglielo dire”.
In realtà chi fa ghosting non fa altro che rimandare le responsabilità emotive legate alla decisione di voler interrompere una storia, giustificandosi con l’auto-convinzione del “lo faccio per il suo bene”, evitando così il peso del confronto.
Il tratto di personalità dominante in queste persone è il narcisismo che oltre a manifestarsi attraverso un egocentrismo patologico ed un’assenza di empatia, ricerca continuamente l’ammirazione da parte degli altri.
La relazione per queste persone rappresenta un mezzo per nutrire il proprio narcisismo patologico. In questo senso, nel momento in cui la relazione non ha più “utilità” viene annullata in modo superficiale e veloce.
Vittima del Ghoster
La vittima del ghoster viene inevitabilmente coinvolta in una spirale di pensieri auto-svalutanti e autodistruttivi, finendo quasi sempre con l’attribuire a se stesso ogni colpa.
Zombieing
Quando chi effettua il ghosting sparisce e poi ritorna, si parla di “zombieing”. Questa è l’evoluzione del ghosting.
In questi casi vediamo come dopo mesi di vuoto, il ghoster possa riapparire con un messaggio nostalgico sul cellulare, un like o una reazione sui social. L’unico intento è quello di mantenere un controllo sulla “vittima”, pur non desiderando un vero rapporto.
Cause del Ghosting
Questa tecnica della fuga sembra nascondere un’incapacità di donarsi con pienezza in un rapporto, da parte del ghoster. Chi fa ghosting sembra aver un solo obiettivo: uscire da una situazione scomoda. Per fare questo opta per la via più “semplice” che gli consente di non doversi far carico della reazione emotiva dell’altro. I ghoster infatti sono persone che non vogliono assumersi alcuna responsabilità, nemmeno quelle minime, sul perché della loro fuga. Annullare il rapporto, in questo modo, fa sembrare che la relazione non sia mai esistita veramente. Un aspetto molto critico riguarda anche il sentimento della vittima che, sentendosi “eliminata” nel vero senso della parola, si sente totalmente ignorata. Cominciare a dubitare di quello che si è vissuto oppure sentirsi inesistenti è un dolore che seppur spesso indefinito, è ancora peggiore dell’essere lasciati.
Eredità del Ghosting
Sembra esserci qualcosa di “ereditario” in questo fenomeno. Secondo gli esperti il ghosting sembra essere un comportamento appreso durante l’infanzia o l’adolescenza e di cui poi ci si appropria. Quasi sempre il ghosting è il risultato di stili di attaccamento disfunzionali con i genitori. Chi sparisce all’improvviso può mettere in atto inconsapevolmente un comportamento evitante che ha subito in passato.
Tipico, ad esempio, di chi ha avuto genitori incuranti, che non hanno soddisfatto le richieste di ricevere spiegazioni o di genitori che promettevano, senza mai mantenere le promesse fatte, o ancora di genitori che lasciavano i figli soli senza motivazioni.
Una volta diventati adulti, tutte queste ferite dei figli possono tradursi in una sorta di vendetta, attuata verso gli altri.
Conseguenze del Ghosting
Il ghosting fa male sia alla vittima che al ghoster.
La reazione di chi subisce ghosting sembra essere così traumatica e devastante che alcuni studi l’hanno paragonata ad un dolore fisico. Il rifiuto sociale infatti attiva nel cervello gli stessi percorsi neurali del dolore fisico. Il ghosting lascia nella vittima, oltre all’impossibilità di capire cosa e perché sia successo, anche l’impossibilità di elaborare tale chiusura con una conseguente distruzione della propria autostima.
Questo perché chi viene “buttato fuori” dalla vita di qualcuno si tormenta costantemente, facendosi mille domande. Sorgono così tanti dubbi riguardanti le proprie qualità e il poter essere davvero importante, a livello affettivo, per qualcuno. Ci si domanda se si è sbagliato in qualcosa, se si sarebbe dovuto fare qualcosa di diverso. La vittima cerca in tutti i modi di trovare delle risposte, giungendo spesso alla conclusione che è “tutta colpa sua”.
Il ghosting rappresenta una vera e propria violenza psicologica, non solo per la vittima, ma anche per i “fantasmi”. Questo perché, per quanto la pratica del ghosting dia pace nell’immediato e restituisca una libertà “senza la fatica della spiegazione”, non facilita certo la vita.
Prima o poi, infatti , il ghoster si ritroverà a dover gestire le conseguenze dell’evitamento, il senso di colpa, la paura, la convinzione di non sapere gestire il dolore, la mancanza di autonomia.
L’adozione costante di “vie di fuga” non farà altro che rafforzare l’ansia e il timore per le situazioni di conflitto o di confronto.
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